PIU' STATO PIU' MERCATO
Da una parte troppa burocrazia e poca strategia. Dall’altra troppi furbi e pochi grandi imprenditori. Come liberarsi da lacci e lacciuoli e rilanciare il capitalismo italiano
- Audi Palace
Ne discutono
Antonio Catricalà, presidente Autorità Antitrust
Alessandro Ortis, presidente Autorità energia elettrica e gas
Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato Vodafone Italia
Antonio D’Amato, past president Confindustria
Fulvio Conti, amministratore delegato Enel
Conduce:
Enrico Cisnetto, “Cortina InConTra”
Prima della crisi finanziaria mondiale l’idea prevalente, quasi un pensiero unico, era che nel mix tra Stato e mercato ci volesse sempre meno del primo e più del secondo, fino a ipotizzare l’esistenza di uno “Stato minimo”. Dopo la crisi, si è rovesciato tutto. Chi organizza “Cortina InConTra” è invece da sempre dell’idea che in Italia ci voglia contemporaneamente “più Stato e più mercato”. E non per avere un atteggiamento pilatesco di fronte al dualismo tra Keynes e Von Hayek, ma nella convinzione che al nostro Paese occorra più capacità di governo (per esempio, manca completamente la politica industriale) e nello stesso tempo ci voglia un mercato degno di questo nome (per esempio, molto più liberalizzato). Non sembri strano, le crisi economiche e finanziare ridistribuiscono la ricchezza – solitamente in modo non equo – ma servono anche a far ripartire i ragionamenti sull’economia, che alcuni definiscono ironicamente quella scienza che studia come mai le sue previsioni sono sbagliate. E oggi, considerato che dal lato della politica c’è poco da sperare, quale ruolo possono e debbono assumere gli “uomini del fare” che dovrebbero portare l’Italia a competere al massimo livello dell’economia globale? Un palco d’eccezione cercherà di dare risposte a tutte queste domande ancora inevase, con due presidenti di Autorità di controllo, Catricalà e Ortis, con gli amministratori delegati di due delle aziende più importanti d’Italia, Bertoluzzo e Conti, e con un imprenditore che ha visione politico-strategica come l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Per sapere che ne sarà di questa benedetta Italia.