EVENTI - Gianni De Michelis Tangentopoli bis Dalla “Cricca” alla “P3”, si moltiplicano casi mediatico-giudiziari che ci ricordano la stagione 1992-1994. Tra analogie e differenze, cosa può succedere? - Audi Palace Ne parlano Sergio Rizzo, giornalista Corriere della Sera, autore de “La cricca” (Rizzoli) Carlo Giovanardi, sottosegretario Presidenza Consiglio, autore de "Storie di straordinaria ingiustizia. Arrestati, infangati e prosciolti" (Mondadori) Enzo Carra, parlamentare Udc Gianni De Michelis, ex ministro Carlo Nordio, magistrato, autore con Giuliano Pisapia de “In attesa di giustizia” (Guerini e Associati) Mario Sechi, direttore Il Tempo Conduce: Enrico Cisnetto, “Cortina InConTra”
Dal “mariuolo” Mario Chiesa ad Anemone e soci, non solo tanta acqua è passata sotto i ponti ma anche un fiume di denaro illecito destinato a ungere funzionari pubblici e politici per ottenere appalti di favore. Così, i giornali degli ultimi mesi, tra “sbatti il corrotto in prima pagina” – salvo scoprire che poi va assolto – e liste di proscrizione dove è finito anche chi aveva fatto dare una mano di bianco all’appartamento, raccontano che nulla è cambiato dal terremoto Tangentopoli di 18 anni fa. Anzi, secondo alcuni le cose sarebbero peggiorate, perché almeno allora esistevano i partiti, e alcuni i soldi li prendevano veramente per tirare avanti la carretta della politica. Oggi sembra proprio che i partiti abbiano lasciato il campo alle “cricche”, e non è più la politica ma le consorterie a menare le danze. C’è poi da capire come ricondurre la giustizia in ambito normale, perché il metodo del caso mediatico giudiziario non ha certo dato una mano a ricostruire il Paese. Che ha invece bisogno della buona politica, ferme restando le responsabilità di chi ha corrotto e di quelli che i soldi li hanno incassati. Per capire gli errori del passato e quelli del presente, all’Audi Palace incontreremo personaggi che hanno vissuto la stagione di Tangentopoli in prima persona. E che racconta le storie di oggi. Venite, perché la storia è sempre meglio ripassarla.
Obama? I don't Know I fronti in Afghanistan e Irak, il disastro ecologico nel Golfo del Messico, la crisi finanziaria da archiviare e la ripresa da consolidare: le sfide di un presidente schiacciato da troppe speranze - Audi Palace Ne discutono Gianni De Michelis, ex ministro Esteri, presidente Ipalmo Antonio Puri Purini, ambasciatore Francesco Guerrera, caporedattore finanziario Financial Times a New York Massimo Teodori, americanista
Conduce: Pino Buongiorno, vicedirettore Panorama
A pochi mesi dalle elezioni di medio termine – vero e proprio tagliando per il presidente americano – proviamo a fare un bilancio della leadership dell’uomo più potente del mondo. I dossier scottanti per la Casa Bianca sono tanti, a partire dalle guerre cominciate dalla precedente amministrazione Bush senza una sufficiente pianificazione politica e diplomatica del “dopo”. In più c’è il preoccupante scollamento tra i vertici militari e la politica: prova ne sia il caso McChristall, il comandante delle truppe Usa in Afghanistan costretto alle dimissioni dopo le critiche al presidente. Ha forse ragione il vecchio Kissinger quando sostiene che l’America di oggi non è in grado di reggere l’impegno per vincere in Afghanistan? E che significato hanno le recenti decisioni di ritiro graduale della truppe da Afghanistan e Iraq? Inoltre Obama è stato accusato di non aver reagito prontamente all’emergenza ambientale provocata dall’esplosione della piattaforma della BP. Infine l’economia, la cui salute fa e disfa le fortune dei presidenti: sarà sufficiente la ripresa finora messa in campo a garantire Obama?
La lunga strada della pace A che punto sono conflitti e tensioni in Medio Oriente e quali prospettive di soluzione appaiono possibili - Audi Palace Ne discutono Abraham Yehoshua, scrittore Gideon Meir, ambasciatore Israele in Italia Gianni De Michelis, ex ministro Esteri, presidente Ipalmo Conduce: Pino Buongiorno, vicedirettore Panorama A dieci anni dal negoziato di Camp David tra Bill Clinton, Ehud Barak e Yasser Arafat è palese il fallimento del tentativo di negoziare uno “status finale” per il mettere fine al conflitto israelo-palestinese e più in generale di dare un assetto pacificato e stabile al Medio Oriente, che vede ancora molte tensioni, tra cui quella al confine tra Israele e Libano. Perché non si riesce? Le ragioni sono tante e si alimentano sempre di nuovi episodi, e la recente crisi con la Turchia lo dimostra. Ma c’è chi sostiene che il nodo dei nodi rimane il futuro assetto della città santa di Gerusalemme. Ci si può accordare sullo statuto dei Territori occupati, sulla questione dei rifugiati, sull’acqua e sulle possibili garanzie internazionali (di cui gli uni e gli altri spesso non si fidano). Ma quando è in gioco Gerusalemme, dove si confrontano le inconciliabili Verità delle grandi religioni monoteiste, nulla è più negoziabile. “Cortina InConTra” prova a dipanare la matassa delle ragioni, tra geopolitica e questioni religiose e culturali, insieme al grande scrittore israeliano Yehoshua, all’ambasciatore di Tel Aviv a Roma, Meir, e all’ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis. Sperando di trovare, dalla matassa delle ragioni, il filo della Ragione. |