EVENTI - Isabella Rauti Se il Pil non fa (più) la felicità La crisi, il mondo globalizzato, i nuovi bisogni, gli appagamenti da benessere. E’ davvero l’ora della pensione per il vecchio “prodotto interno lordo”? Al suo posto il “FIL”? - Audi Palace Ne discutono Donato Speroni, giornalista, autore de “I numeri della felicità. Dal PIL alla misura del benessere” (Edizioni Cooper) Enrico Giovannini, presidente Istat Fiorella Kostoris, docente Economia Politica Università La Sapienza Roma Isabella Rauti, consigliere Regione Lazio Domenico De Masi, sociologo Stefano Zecchi, editorialista Conduce: Roberto Papetti, direttore Il Gazzettino
Già Bob Kennedy si lamentava che non fosse adatto a misurare il progresso umano, ma negli ultimi tempi si è discusso molto dell’adeguatezza del Prodotto Interno Lordo come misura della ricchezza degli Stati, e quindi, in ultima analisi, della nostra ricchezza procapite. Ma c’è qualcosa di più efficace della misurazione del reddito prodotto ogni anno? Solo adesso studiosi e politici stanno passando dalle parole ai fatti. Nel giro di pochi mesi, in Francia una Commissione guidata dai premi Nobel Stiglitz e Amartya Sen ha avanzato al presidente Sarkozy proposte concrete, mentre l’Unione Europea si è impegnata ad andare “oltre il Pil” e il G20 di Pittsburgh ha raccomandato di trovare nuovi indicatori. E gli esperti di tutto il mondo si sono incontrati in Corea per capire se le statistiche del XXI secolo possono misurare la “felicità interna lorda”. E al di là dei tecnicismi, è possibile e opportuno che la politica si occupi della felicità dei cittadini? Per rispondere a questi quesiti, sollevati dal libro di Speroni, oltre al presidente dell’Istat e a un’economista, anche un sociologo teorizzatore della funzione positiva dell’ozio e un filosofo esteta. Per vederla da tutti i lati.
POLITICA, SOSTANTIVO FEMMINILE Ancora con grande fatica e molti ostacoli, ma la presenza delle donne nella classe dirigente politica comincia a farsi sentire - Audi Palace Ne discutono Paola Balducci, avvocato, docente diritto processuale Università del Salento Roberta Pinotti, parlamentare Pd Isabella Rauti, consigliere Regione Lazio Antonella Boralevi, scrittrice Conduce: Michele Mirabella, autore e conduttore televisivo Saremmo più ricchi ed efficienti se le donne avessero le stesse opportunità nel mondo del lavoro? Saremmo meno spreconi e più fantasiosi se avessero più voce in capitolo sulle decisioni che bisogna prendere, in economia come nella politica? Oppure in fondo le donne hanno lo spazio che si meritano, e quindi se sono poche è perché in fondo non sono ancora pronte al grande passo. E in fondo cos’hanno da lamentarsi, non esistono più i grandi squilibri del passato! Quale delle due tesi è quella giusta? Forse una risposta sta nei numeri: se le donne costituiscono il 52% dell’elettorato, ma solo il 10,8% dei parlamentari, ci deve essere qualcosa nella nostra società che non va, sia dal punto di vista istituzionale, che dal punto di vista culturale. E allora forse ha ragione chi dice che se metà della squadra resta negli spogliatoi (le donne) non si va da nessuna parte. Il dibattito è aperto. Venite all’Audi Palace e state certi che a parlare saranno soprattutto loro, le donne. |