LA CINA È (TROPPO?) VICINA
Da un lato c’è l’ansia per un gigante che fa paura: una super-potenza diventata la seconda economia del mondo e che ha ridotto a G2 (con gli Usa) il club dei grandi della Terra. Dall’altro, ci sono le opportunità di un mercato sterminato...
- Audi Palace
Ne discutono
Federico Rampini, editorialista La Repubblica
Domenico Arcuri, amministratore delegato Invitalia
Marco Vitale, economista, autore de “Passaggio al futuro. Oltre la crisi attraverso la crisi” (Egea-Bocconi)
Conduce:
Sergio Luciano, “Cortina InConTra”
Per noi europei la Cina è l’esempio perfetto del principio dualista “Yin e Yang”. Possiamo vederla come una minaccia per le nostre manifatture, e senza dubbio lo è nella misura in cui il monte-salari rappresenta soltanto il 15% del pil cinese, rispetto ad una media europea che supera il 40%. Ma le cose cambiano, e la manodopera cinese sta diventando più qualificata e quindi più costosa rispetto ad altri paesi dell’Asia. Per cui, forse, sarebbe meglio temere della Cina la sua capacità di innovazione tecnologica, come dimostrano alcune aziende di livello mondiale. Oppure possiamo vedere il gigante asiatico come un’opportunità, immaginando di riversare i nostri prodotti su di un mercato di quasi 1,4 miliardi di persone. Come alcuni bravi imprenditori stanno già facendo. E sapendo che sono molte le aziende cinesi interessare a sbarcare in Italia, come dimostra il lavoro che sta facendo Invitalia. Ma sullo sfondo ci sono ben altri problemi. Per esempio, la “grande sfida” tra Cina e Usa: dal cambio dello yuan, che i cinesi tengono bloccato, alla ricchezza concentrata in fondi sovrani utilizzati per comprare posizioni di potere nel mondo (detengono oltre la metà del debito americano). Insomma, il tema Cina è tanto decisivo quanto difficile. Discutiamone all’Audi Palace, insieme a chi la Cina la conosce bene. A cominciare da Federico Rampini, che per Repubblica viaggia tra New York e l’Asia ormai da anni, e che a “Cortina InConTra” presenterà in anteprima il suo ultimo libro, in uscita a ottobre per Mondadori, dal titolo emblematico “Occidente Estremo”.