EVENTI - Pierluigi Magnaschi Alla ricerca della memoria condivisa Apriamo un’altra pagina del revisionismo storico, quella riguardante le migliaia di italiani che combatterono i tedeschi senza aderire alla Resistenza. Cosa che nei libri di scuola è colpevolmente trascurata - Audi Palace Ne discutono Giancarlo Mazzuca, giornalista, parlamentare Pdl, coautore de “La Resistenza Tricolore” (Mondadori) Alberto Zignani, generale di Corpo d’Armata Massimo Nava, giornalista, autore de “La gloria è il sole dei morti” (Ponte alle Grazie) Giordano Bruno Guerri, storico Conduce: Pierluigi Magnaschi, direttore Italia Oggi
Il tema della Resistenza al nazifascismo è stato al centro di una revisione storica e di un acceso dibattito politico negli ultimi anni. Da De Felice in poi è venuto meno il mito della Resistenza quale movimento di sollevazione popolare mentre è venuto fuori il carattere minoritario e politicamente orientato di gran parte di essa. Ma adesso c’è altra luce da fare, perché all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, i resistenti non furono soltanto i circa 80mila partigiani che andarono in montagna, lo furono anche quei militari che, in obbedienza agli ordini ricevuti, si rifiutarono di arrendersi al Terzo Reich. Fra i “resistenti” dobbiamo allora collocare, per esempio, i marinai della nostra Flotta che la sera stessa dell’8 settembre raggiunsero i posti di combattimento a bordo della squadra navale che salpò dalla Spezia alla volta di Malta. Per quale motivo abbiamo dimenticato così a lungo la storia di migliaia e migliaia di militari che nei tanti punti dello scenario bellico europeo non vollero allearsi con Hitler e morirono combattendo? E come dovremmo definire i 600mila militari italiani internati in Germania, che rimasero nei campi di concentramento anziché andare nelle file della Repubblica sociale di Mussolini? Un dibattito che serve per la ricostruzione della tanto auspicata “memoria condivisa”.
Grandi amori, passioni, tradimenti, è il cinema Dal “triangolo” Bergman-Magnani-Rossellini del dopoguerra ai giorni nostri, le mille storie di cuore del mondo della celluloide - Audi Palace Lo raccontano Marcello Sorgi, editorialista La Stampa, autore de “Le amanti del vulcano” (Rizzoli) Enrico Lucherini, press agent Piera Detassis, critica cinematografica, direttrice Ciak Michele Mirabella, autore e conduttore televisivo Conduce: Pierluigi Magnaschi, vicepresidente esecutivo Class Editori
Nella primavera del 1948 un incendio distrugge la sede della Minerva Film, mandando in fumo chilometri di pellicola. Miracolosamente si salva una lettera a firma Ingrid Bergman, indirizzata a Roberto Rossellini, nella quale l’attrice chiede di poter recitare per lui. Il regista, all’apice del successo, sta progettando un nuovo film ambientato alle Eolie con Anna Magnani, con la quale vive una relazione appassionata e burrascosa. Lusingato, avvia in gran segreto le trattative con l’attrice svedese, e di lì a poco esploderà tra loro un’attrazione così travolgente da far scoppiare un grande scandalo nell’Italia e nell’America allora ancora molto puritane, e persino un caso politico internazionale. Anche perché quando scopre di essere stata tradita – come artista e come donna – la Magnani medita la vendetta, mentre a Stromboli e Vulcano si realizzano due film praticamente identici, in un clima reso infuocato dai pettegolezzi. Marcello Sorgi, già direttore della Stampa e del Tg1, scrittore verace, racconta questa storia che intreccia dramma e commedia, facendo rivivere non solo i protagonisti, ma anche la Sicilia e l’Italia dell’immediato dopoguerra. Ma a “Cortina InConTra” parlare del suo libro è l’occasione giusta, grazie anche ad alcuni ospiti d’eccezione, per rievocare i mille episodi di grandi amori e di altrettanto grandi tradimenti che hanno costellato la storia del cinema italiano
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