EVENTI - Sergio Luciano BUCHI NELL'ACQUA Le risorse idriche rimangono un bene pubblico. Ma un dibattito ideologico bolla come svendita ai privati il tentativo di bloccarne l’intollerabile spreco - Audi Palace Ne parlano Andrea Ronchi, ministro Politiche Europee Roberto Bazzano, presidente Federutility Giancarlo Cremonesi, presidente Acea Franco Debenedetti, editorialista Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra”
“Aiuto, ci rubano l’acqua!”. A leggere i quotidiani o a scorrere internet sembra che in Italia stia accadendo proprio questo. E qualcuno ci organizza sopra anche un bel referendum. Ma, come al solito, tante sono le approssimazioni e le reazioni ideologiche che si affastellano ogni qualvolta si tenta di modificare lo status quo. Che in questo caso significa uno spreco mediamente del 30% (con punte del 65%) dell’acqua che scorre nelle tubature. Una situazione non più tollerabile, e nessuno può davvero permettersi di prendere sotto gamba una questione così vitale. E se gli interventi dei privati nella gestione degli acquedotti – nessuno infatti vuole privatizzare l’acqua – fossero tali da eliminare o almeno ridurre queste perdite, a fronte magari di un leggero innalzamento delle tariffe oggi tra le più basse d’Europa, siamo certi che i vantaggi supererebbero di gran lunga gli svantaggi. Per saperne di più basta venire all’Audi Palace.
RIPRENDIAMOCI LA RIPRESA La recessione è finita ma l’Italia e l’Europa faticano a tenere il passo del resto del mondo. Come ingranare la marcia - Audi Palace Intervengono
Alessandro Profumo, amministratore delegato Unicredit Group Giorgio La Malfa, parlamentare Gruppo Misto Mario Platero, corrispondente Usa Sole 24 Ore Fabio Cerchiai, presidente Ania, presidente Atlantia Roberto Loiola, vicepresidente Western Europe Huawei Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra” Le previsioni 2010 del Fondo Monetario parlano chiaro: l’economia mondiale aumenta del 4,6%. Un ottimo risultato, dopo la grande recessione. Purtroppo, però, la crescita è molto diseguale: punte del 10% in Cina e India, bene anche gli Stati Uniti, mentre l’area euro è inchiodata a un misero +1%, Italia compresa. Persino il Giappone, dopo anni di crescita zero, ci doppia. Questo significa che la ripresa europea, come dice la Bce, è ancora debole e incerta. Bisogna agganciarla. Come? Un grande banchiere come Profumo propone di istituire un fondo privato per sostenere le banche. Un politico saggio come La Malfa sostiene che senza costruire gli Stati Uniti d’Europa non si va da nessuna parte. Con loro il giornalista italiano che meglio conosce l’economia americana, il manager di un dei maggiori gruppi industriali cinesi e il presidente dell’associazione delle compagnie di assicurazione, neo presidente della società delle autostrade del gruppo Benetton. Panel ricchissimo, dibattito aperto.
ALTRO CHE KYOTO, QUI CI VUOLE UN CARICO DI ENERGIA L’Italia ha bisogno di diversificare le sue fonti di approvvigionamento e di fare una politica ambientale che favorisca lo sviluppo. Vediamo come - Audi Palace Ne discutono Roberto Menia, sottosegretario Ministero Ambiente Pier Angelo Masselli, presidente Kerself Vito Gamberale, amministratore delegato F2i Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato Kinexia, presidente Assoambiente Aldo Forbice, conduttore Zapping Rai-Radio1, autore de “Puliamo il futuro. Viaggio attraverso i comportamenti ambientali degli italiani” (Guerini) Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra” Aldo Forbice, da sempre attento alle tematiche ambientali senza mai scadere nel “verdismo”, sostiene che c’è una crescente attenzione e sensibilità degli italiani nei confronti della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, ma che fatica a si tradursi in scelte, individuali e collettive, concrete e coerenti. Forse perché la storia dell’ecologismo nostrano non è fulgida? Perché di solito chi chiede l’obbligo della raccolta differenziata poi boicotta la costruzione dei termovalorizzatori? O perché lo stesso “protocollo di Kyoto” è vittima di un certo ideologismo quando finisce per contrapporre ambiente a sviluppo, quasi che per tutelare il primo si debba escludere il secondo? E perché quando si parla di energie rinnovabili si usa l’allocuzione “alternative”, come se tutto il resto, dal petrolio al carbone passando per il nucleare debba essere cancellato? A “Cortina InConTra”, con il consueto anticonformismo, si discute di questo e anche di come l’Italia possa rafforzare la produzione di energia, che ora è poco equilibrata nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento e troppo dipendente dall’estero. Per un pomeriggio “energetico”.
DOVE VA L’ECONOMIA ITALIANA? Dopo la recessione più pesante, ora la ripresa è debole e incerta. Pochi consumi, meglio l’export, così così il turismo. Il capitalismo italiano ha molte doti, ma… - Audi Palace Ne discutono Guido Corbetta, prorettore Università Bocconi Stefano Caselli, direttore divisione banche Sda Bocconi Ivan Lo Bello, presidente Confindustria Sicilia Riccardo Bruno, senior partner Clessidra Massimo D’Aiuto, amministratore delegato Simest Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra” L’Italia è attrezzata per navigare nel mare incerto di una ripresa che per ora sta premiando soprattutto le economie dei paesi asiatici emergenti (Cina, India e Malesia) e del Mercosur, solo parzialmente degli Stati Uniti e del Giappone e troppo poco quelle europee? No, non abbastanza, e nel futuro sarà sempre più complicato in mancanza di una serie di scelte strategiche che devono essere prese in vari ambiti: mercato del lavoro, energia, ricerca scientifica, solo per citarne alcuni. E poi c’è il tema dei settori dove puntare: turismo, food & wine, high tech, macchine utensili, moda. In ognuno di questi comparti l’Italia può vantare punte di eccellenza riconosciute in tutto il mondo. Ma quel tipo di export basta di fronte ai grandi paesi che decidono dove indirizzare le risorse, le intelligenze migliori e le politiche di sostegno pubblico per far crescere l’economia? Forse no, visto che le aziende italiane soffrono ancora di nanismo rispetto ai loro concorrenti diretti, come la Germania, sono troppo sottocapitalizzate e poco managerializzate. Quindi sono sempre più necessarie quelle decisioni che spingano le aziende ristrutturarsi a crescere e diventare più competitive. Un dibattito molto interessante, dove ascolteremo manager, imprenditori ed esperti di valore che rappresentano l’eccellenza della Bocconi. E state certi che su una cosa saranno tutti d’accordo: la necessità di una politica che sia finalmente in grado di fare scelte importanti come le riforme strutturali.
SE INTERNET CADE NELLA RETE Le limitazioni imposte dalla Cina a Google sono il segnale che i tempi della libertà assoluta del web sono agli sgoccioli? Il domani di uno strumento di cui non possiamo più fare a meno - Audi Palace Ne discutono Stefano Maruzzi, country manager Google Italia Vittorio Bo, direttore scientifico Festival delle Scienze Roma Massimo Gaggi, giornalista Corriere della Sera, autore de “L'ultima notizia” (Rizzoli) Luca Bolognini, presidente Istituto italiano della Privacy, autore “Next Privacy”(Etas) Conduce: Sergio Luciano, "Cortina InConTra" Dalla censura in Cina, passando per la condanna italiana di Google per violazione della privacy, alla candidatura a premio Nobel per la pace: insomma, Internet fa notizia. E non potrebbe essere diversamente, visto che il web è ormai al centro della nostra vita in tantissime situazioni: il lavoro, l’intrattenimento, le vacanze, le relazioni sociali e il business. Quel che è certo è che la Grande Rete determinerà gli assetti dell’informazione e della comunicazione di domani, e quindi si sono creati i partiti di chi la criminalizza, di chi la ritiene la chiave per un futuro migliore e infine di chi non la capisce. La rivoluzione Internet è entrata in una seconda fase, quella della interattività, e tutti sono d’accordo che sono necessarie normative e regole nuove, che non siano il semplice adattamento delle vecchie e obsolete legislazioni sui media. Internet è certamente un mix di rischi ed opportunità, e l’Italia deve imparare a vedere non solo le minacce, ma anche ad abbracciare le novità. Venite all’Audi Palace e state certi che sarete on line.
SE CADE LA LINEA Rischiamo di non riuscire più a telefonare, altro che nuovi servizi. Perché sulla vecchia rete scarseggia la manutenzione e la banda larga non c’è ancora nonostante la disponibilità dei maggiori gestori telefonici. Che fare? - Audi Palace Ne discutono Antonio Catricalà, presidente Autorità Antitrust Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato Vodafone Italia Stefano Parisi, amministratore delegato Fastweb Francesco Caio, vicepresidente Nomura International Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra”
“Non c’è campo”. Quante volte abbiamo lamentato che il nostro telefonino non prende? Nonostante il cellulare sia diventato il miglior amico degli italiani che hanno il record di penetrazione del mercato europeo, il nostro paese sconta una serie di problemi per quanto riguarda la copertura del territorio. Ma i problemi non sono finiti: chi vorrebbe connettersi alla rete, spesso trova molti ostacoli perché nel luogo in cui la persona (o l’azienda) si trova la rete semplicemente non c’è, o il segnale debole o la banda è stretta. Gran parte del territorio italiano, particolarmente quello al di fuori dei principali centri urbani, è infatti poco o niente connesso alla rete a banda larga esistente. E’ quindi, urgente un serio programma di investimenti per portare la rete a tutti, possibilmente in fibra. Altrimenti è doveroso spiegare ai cittadini che così facendo la classe dirigente sta ipotecando un altro pezzo del nostro futuro. Perché così saranno altri i Paesi a godere appieno del vantaggio competitivo, economico e sociale, derivante da una rapida e ragionata adozione delle tecnologie digitali. Discuterne per credere.
LA CINA È (TROPPO?) VICINA Da un lato c’è l’ansia per un gigante che fa paura: una super-potenza diventata la seconda economia del mondo e che ha ridotto a G2 (con gli Usa) il club dei grandi della Terra. Dall’altro, ci sono le opportunità di un mercato sterminato... - Audi Palace Ne discutono Federico Rampini, editorialista La Repubblica Domenico Arcuri, amministratore delegato Invitalia Marco Vitale, economista, autore de “Passaggio al futuro. Oltre la crisi attraverso la crisi” (Egea-Bocconi) Conduce: Sergio Luciano, “Cortina InConTra” Per noi europei la Cina è l’esempio perfetto del principio dualista “Yin e Yang”. Possiamo vederla come una minaccia per le nostre manifatture, e senza dubbio lo è nella misura in cui il monte-salari rappresenta soltanto il 15% del pil cinese, rispetto ad una media europea che supera il 40%. Ma le cose cambiano, e la manodopera cinese sta diventando più qualificata e quindi più costosa rispetto ad altri paesi dell’Asia. Per cui, forse, sarebbe meglio temere della Cina la sua capacità di innovazione tecnologica, come dimostrano alcune aziende di livello mondiale. Oppure possiamo vedere il gigante asiatico come un’opportunità, immaginando di riversare i nostri prodotti su di un mercato di quasi 1,4 miliardi di persone. Come alcuni bravi imprenditori stanno già facendo. E sapendo che sono molte le aziende cinesi interessare a sbarcare in Italia, come dimostra il lavoro che sta facendo Invitalia. Ma sullo sfondo ci sono ben altri problemi. Per esempio, la “grande sfida” tra Cina e Usa: dal cambio dello yuan, che i cinesi tengono bloccato, alla ricchezza concentrata in fondi sovrani utilizzati per comprare posizioni di potere nel mondo (detengono oltre la metà del debito americano). Insomma, il tema Cina è tanto decisivo quanto difficile. Discutiamone all’Audi Palace, insieme a chi la Cina la conosce bene. A cominciare da Federico Rampini, che per Repubblica viaggia tra New York e l’Asia ormai da anni, e che a “Cortina InConTra” presenterà in anteprima il suo ultimo libro, in uscita a ottobre per Mondadori, dal titolo emblematico “Occidente Estremo”. |