EVENTI - Stefano Zecchi Se il Pil non fa (più) la felicità La crisi, il mondo globalizzato, i nuovi bisogni, gli appagamenti da benessere. E’ davvero l’ora della pensione per il vecchio “prodotto interno lordo”? Al suo posto il “FIL”? - Audi Palace Ne discutono Donato Speroni, giornalista, autore de “I numeri della felicità. Dal PIL alla misura del benessere” (Edizioni Cooper) Enrico Giovannini, presidente Istat Fiorella Kostoris, docente Economia Politica Università La Sapienza Roma Isabella Rauti, consigliere Regione Lazio Domenico De Masi, sociologo Stefano Zecchi, editorialista Conduce: Roberto Papetti, direttore Il Gazzettino
Già Bob Kennedy si lamentava che non fosse adatto a misurare il progresso umano, ma negli ultimi tempi si è discusso molto dell’adeguatezza del Prodotto Interno Lordo come misura della ricchezza degli Stati, e quindi, in ultima analisi, della nostra ricchezza procapite. Ma c’è qualcosa di più efficace della misurazione del reddito prodotto ogni anno? Solo adesso studiosi e politici stanno passando dalle parole ai fatti. Nel giro di pochi mesi, in Francia una Commissione guidata dai premi Nobel Stiglitz e Amartya Sen ha avanzato al presidente Sarkozy proposte concrete, mentre l’Unione Europea si è impegnata ad andare “oltre il Pil” e il G20 di Pittsburgh ha raccomandato di trovare nuovi indicatori. E gli esperti di tutto il mondo si sono incontrati in Corea per capire se le statistiche del XXI secolo possono misurare la “felicità interna lorda”. E al di là dei tecnicismi, è possibile e opportuno che la politica si occupi della felicità dei cittadini? Per rispondere a questi quesiti, sollevati dal libro di Speroni, oltre al presidente dell’Istat e a un’economista, anche un sociologo teorizzatore della funzione positiva dell’ozio e un filosofo esteta. Per vederla da tutti i lati.
ESTETICA DELLA CITTA' I piccoli e grandi centri italiani ed europei sono un patrimonio unico al mondo. Possiamo conservarne l’identità senza rinunciare alla modernità? Ed è solo una questione urbanistica o anche di modelli di vita? - Audi Palace Ne discutono Gianni Alemanno, sindaco Roma Marco Romano, urbanista, autore de “Ascesa e declino della città europea” (Raffaello Cortina) Luca Cavalli Sforza, genetista, autore de “La specie prepotente” (Editrice San Raffaele) Paolo Portoghesi, architetto Stefano Zecchi, docente Estetica Università Statale Milano Conduce: Antonio Galdo, giornalista e scrittore
Secondo l’ONU, nel 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone, e di queste ben 6,4 miliardi abiteranno nelle città, che saranno sempre di più il luogo dove si misura la sostenibilità dei modelli di sviluppo. Di qui il confronto serrato su come debba essere il volto dei grandi agglomerati urbani del futuro, tra le necessità quotidiane degli abitanti - il tema scottante della mobilità, tanto per citarne uno - e i progetti affascinanti, ma non sempre funzionali, degli architetti più famosi, vere e proprie star le cui opere fanno molto discutere. Il rischio è che l’innovazione urbanistica stravolga, specialmente in Italia e in Europa, l’identità delle città, e che con pochi interventi i nostri quartieri perdano quel patrimonio di cultura accumulato nel corso dei secoli. Il tutto in nome della modernità. La quale, viceversa, non può nemmeno essere respinta a priori, in nome di un conservatorismo dell’esistente spesso fine a se stesso. Dunque, come deve essere la modernità, o meglio la contemporaneità, nella costruzione urbanistica delle città? Il dibattito a “Cortina InConTra” è aperto. Ascolterete le autorevoli opinioni di esperti, architetti di fama, e del sindaco di Roma, città dove cambiamento e conservazione è sintesi più difficile che in qualunque altra capitale.
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