​Mentre a Roma il centrodestra annaspa, a Cortina pare se la passi piuttosto bene, non c’è che dire: c’è la parte migliore del polo popolare. Ministri, governatori ed assessori che promettono di cambiare la storia. Sono giovani, età media quarant’anni. Niente forfora, niente tacchi. Raffaele Fitto, ministro dei Rapporti con le Regioni, è abbronzato dal sole di Otranto e ostenta una sicurezza tutta mediterranea. Stefano Caldoro, neogovernatore della Regione Campania, si pulisce bene le lenti e si aggiusta il maglione, porta benissimo i suoi cinquant’anni tanto che lo scambieresti con un laureando di primo pelo. Franco Manzato, assessore veneto all’Agricoltura, ha fatto finora una gavetta invidiabile, occupando tutte le poltrone di vice lasciate libere da un leghista promosso in quel di Roma ed oggi è pronto per il salto di qualità.

A moderare un dibattito allagato dagli acquazzoni estivi cui il clima ampezzano sembra essersi affezionato, Gigi Moncalvo che è tante cose insieme: giornalista, scrittore, dirigente Rai. Espertissimo nel provocare gli ospiti e far dire loro cose che volentieri tacerebbero. Caldoro intuisce che verrà stuzzicato sulla notizia dei fuorilegge omaggiati di un orologio Swatch recante il macabro slogan “senza casco hai le ore contate”. Chiede un computer per avere qualche dettaglio in più, scopre che non si tratta di un provvedimento dell’ente che presiede ma di un organo minore del tutto autonomo. Si difende: «non l'avrei fatto, non mi piace. È un'idea concepita dal comitato per la legalità che io non posso revocare. So che c'é stata anche una denuncia alla Corte dei Conti». Incassa gli applausi del pubblico di Cortina che vorrebbe scommettere sull’ascesa rapida dei rampolli destri della nuova politica. Ha attraversato Prima e Seconda Repubblica, Caldoro, ed oggi incarna l’ultimo esemplare in vita del craxismo vincente. Il pubblico cortinese non si contiene di fronte ad una dichiarazione di cotanta affiliazione: «ho un ottimo rapporto con Luca Zaia e con molti governatori del Nord. (applausi) La mia regione ha tanti problemi, é stata lasciata senza cassa con un ammanco di circa 1.100 milioni. (Quando si dice: levarsi un Bassolino dalla scarpa) Abbiamo anticipato il federalismo, quindi siamo virtuosi».

Il ministro Fitto è il più applaudito, sostiene posizioni ragionevoli e gli tocca difendere il Governo in affanno. Anche qui a Cortina, per bocca dell’astuto Moncalvo, aleggia il fantasma del rivoluzionario Nikita. Ma la crisi romana tiene banco: «alla maggioranza uscita dalle urne non può sostituirsene una nata da giochi di palazzo». Poi c’è il nervo scoperto, alla vigilia delle “Caliende greche”, domani si vota sulla mozione di sfiducia al sottosegretario e gli accordi interni al centrodestra scricchiolano e l’alleanza di governo fa giacomo giacomo (vedi un po’ l’antonomasia). Secondo il sorridente Fitto, se dovessero mancare i numeri, solo le urne rappresenterebbero una ragionevole exit-strategy. Si parla di federalismo oggi, ed il ministro (in passato il più giovane presidente di regione dello Stivale) è piuttosto perito di queste tematiche. Lavora fianco a fianco coi titolari dei dicasteri interessati alla riforma federalista, annuncia che entro settembre, ottobre si completerà la fase di approvazione dei decreti attuativi. Il provvedimento in discussione domani, infatti, rientra in un accordo definito con i Comuni nei giorni scorsi ed anticipa il tema dei fabbisogni fiscali, «è un architrave importante»: conclude il ministro, mandando in tilt la grammatica dell’inviato ANSA al seguito del convoglio istituzionale. Tradisce le radici salentine col suo slang mediterraneo e riceve le truppe di pugliesi che lo attendono a fine manifestazione, resterebbe volentieri ma il Consiglio dei Ministri chiama.