CORTINA RACCONTA -
Carlo Azeglio Ciampi, storia di un presidente
Carlo Azeglio Ciampi, storia di un presidente
Evento del:
09/08/2010 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
09/08/2010
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Persino un imitatore radiofonico come il grande Fiorello non rinunciò a portare la sua voce nell’etere, ripetendo ossessivamente con timido accento livornese il saluto: «cari italiani e care italiane». Per tanti è stato il Presidente, colui che ha davvero incarnato a pieno lo spirito di un’istituzione. Ha ridato nuova linfa ad un patriottismo piuttosto impolverato, con gesti sobri ma concreti. Per esempio: istituendo, dopo anni di silenzio e austerity, la Festa della Repubblica. Dal settennato di Carlo Azeglio Ciampi ai giorni nostri, il Paese ha riscoperto se stesso, non solo grazie alla parata del due giugno. I cittadini hanno ritrovato una nuova dimensione dell’italianità, quell’andare fieri della propria cittadinanza che passa anche attraverso i tricolori appesi alle finestre.
Ciampi, però, non è solo stato il Presidente della Repubblica che tutti conosciamo. Gli studiosi lo dipingono soprattutto come economista sebbene non tecnocrate, mettendo in crisi le nostre universitarie certezze. Pare lo abbia salvato (si fa per dire) la sua formazione umanista. Quasi marziale. I docenti della Scuola Superiore Normale di Pisa hanno formato un esperto in lettere e diritto in grado di reggere le sorti dell’economia in un periodo di transizione, dunque complesso ed estremamente delicato. Arrigo Levi, autore de “Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano” (Il Mulino), svela segreti pregiati: pare infatti che Ciampi sia in grado di offrire dritte imperdibili per chi intenda superare i colloqui accademici con una votazione ottima, magari senza aver preparato i materiali oggetto d’esame. Non che l’abbia mai sperimentato sulla propria pelle, sia chiaro.
Il ricordo del costituzionalista Andrea Manzella è intimo e dettagliato. Ma da’ ampio spazio all’analisi politico istituzionale. «Nel 1994 - afferma il giurista - si è passati dalla legge elettorale proporzionale a quella maggioritaria. Il grave errore di quell’anno fu dire un secco no alla prosecuzione del governo Ciampi». Aggiunge Manzella che «sarebbe servito un innalzamento dei livelli di guardia. Ciò non è avvenuto ed ecco che i Presidenti della Repubblica sono diventati l'unico strumento di garanzia sia per gli eccessi, come la tirannia della maggioranza, sia per le continue richieste da parte dell’opposizione». L’anomalia italiana andrebbe sanata, con strumenti netti quali il rafforzamento dell’esecutivo nell’ambito di un riordino costituzionale necessario al nostro Paese.
Non è presente il Presidente stasera, pare abbia confessato di non aver preso parte all’evento in suo onore per evitare le lacrime in pubblico, oltre che per problemi di salute cagionevole. Levi testimonia che gli anziani tendono a commuoversi molto più facilmente, è anche per questo che Ciampi ci segue col cuore dalla sua Livorno. Intanto Marzio Breda, giornalista del Corriere della Sera ed autore de “La guerra del Quirinale. La difesa della democrazia ai tempi di Cossiga, Scalfaro e Ciampi” (Garzanti) è piuttosto combattuto. Vorrebbe tornare in albergo a scrivere di un altro presidente. Francesco Cossiga, l’ultimo democristiano al potere, dopo il crollo della stessa Democrazia Cristiana, è ricoverato in gravi condizioni. E la platea gli riserva un applauso di incoraggiamento.
Come sostengono l’ex ambasciatore Antonio Puri Purini e l’editorialista de Il Sole 24 Ore Stefano Folli, di Ciampi si dice che non fosse duellante come i suoi predecessori o engagè come il suo successore (definito dagli ospiti “homo politicus”). È vero. Ciampi incarna la tenacia dell’uomo comune arrivato al Quirinale passando per le porte della Resistenza e della Banca d’Italia. Chi pensava fosse un presidente algido, si è dovuto ricredere. È stato un maestro di patriottismo: il pedagogo civile degli Italiani. Forse l’ultimo.
Evento correlato: Carlo Azeglio Ciampi, storia di un presidenteCiampi rappresenta il lungo cammino di un uomo comune arrivato al Quirinale passando per la Resistenza e la Banca d’Italia, senza farsi sporcare dalla politica. E che ha riavvicinato gli italiani all’amore patrio più di qualunque altro Capo dello Stato lunedì 9 agosto 2010 18.00 - Audi Palace
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