CORTINA RACCONTA -
DEMOCRAZIA? ROBA DÉMODÉ
DEMOCRAZIA? ROBA DÉMODÉ
Evento del:
24/08/2010 16:30
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Audi Palace
Data articolo:
24/08/2010
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Ripercorrere la storia economica di questi anni con la sagacia e il guizzo di un uomo talmente innamorato della politica da avervi rinunciato è privilegio da pochi. L’occasione è la presentazione in anteprima assoluta del nuovo libro di Bertinotti, “Chi comanda qui? Perché si è smarrito il ruolo della Costituzione” (Mondadori).
Fausto Bertinotti oggi non s’impiccia di militanza attiva eppure è Presidente della Fondazione Camera dei Deputati, qui a Cortina è rilassatissimo. Fa una premessa: siamo oggi convinti che la democrazia faccia parte del nostro paesaggio, quasi come un oggetto della vita. Eppure non è così: la democrazia è una eccezione nel tempo e nello spazio. La tesi è semplice: «nell’ultimo quarto di secolo si è prodotto ciò che si chiama costituzione materiale che, anziché sviluppare quella repubblicana, va contro di essa. Rischia di abbatterne le fondamenta». I suoi presagi non sono ottimistici, la voce si fa quasi flebile senza rinunciare alla erre moscia: «abbiamo solo l’apparenza della democrazia! Il popolo è consultato, ma a decidere sono i grandi potentati. Anche nelle strutture europee ci si illude che le scelte siano necessitate, rendendo la democrazia quasi superflua. O insufficiente». Gli studiosi che indagano il fenomeno istituzionale si sono visti costretti ad usare ossimori dalla dubbia eufonia. “Democrazia autoritaria” o “sistemi ademocratici”, per dire il clima. L’ex leader non è di quelli che si stracciano le vesti per invocare l’imminente regime fascista, la drammaticità sta nel fatto che la progressiva e scientifica demolizione della democrazia non si fa apprezzare nel suo incedere.
I notisti più pungenti scherzano sui (presunti) fallimenti bertinottiani, sostengono che abbia fondato l’Arcobaleno e sfondato la sinistra. Non ha però paura del termine “nostalgico”, sostiene di amare Walter Benjamin, filosofo perdente, che ha usato immagini molto suggestive sul rapporto tra passato e futuro: una di questa è quella del balzo di tigre: recuperare degli elementi della storia antica è un buon viatico per la costruzione del futuro. È un convinto no global, dall’alto dei suoi settant’anni. «Il problema è l’uguaglianza, democrazia vuol dire uguaglianza. Togliatti voleva una repubblica fondata sui lavoratori. Ancora oggi non si da’ democrazia senza il tendere all’uguaglianza, se vince il mercato essa muore». La mercificazione, a suo dire, è il prodotto finale del nuovo capitalismo. Un capitalismo iperaggressivo: non contano più nulla i diritti e le persone, tutto ciò che fa competizione è bene. Di fatti, in campo mondiale, non esistono regole se non quella mercatoria, quasi un ritorno al medioevo della competizione senza regole. Decide in età avanzata di abbracciare le dottrine del luddismo, a suo dire, infatti, innovazione non è sinonimo di progresso: non tiene infatti conto della qualità di vita e civiltà. La conversione non finisce qui, da tempo il leader comunista si è avvicinato alla religiosità, addirittura al cristianesimo.
«L’umanità deve poter decidere il proprio destino, mi sento vicinissimo al cattolicesimo. Il valore della persona non ammette espropriazioni. Per fortuna esistono gli spiriti critici». Tornando alla politica non c’è da sorridere: «penso esattamente che avevamo due sinistre, oggi non ne abbiamo più nessuna: dobbiamo ricostruirne almeno una». In quest’epoca che non ammette protagonisti, ma solo comprimari, stabilire come si muoveranno queste pedine è fin troppo aleatorio. Ci vuole una forza che faccia corrispondere alla parola l’azione e l’energia, oggi manca. Troppi figuri in quest’Italia, si corre il rischio di far la fine dell’asino di Buridano: non si sa chi scegliere. Ed allora ci si può solo affidare al sorteggio.
Evento correlato: DEMOCRAZIA? ROBA DÉMODÉAnteprima assoluta del nuovo libro di Fausto Bertinotti, in cui si esprime il timore che del sistema democratico rimanga soltanto la forma martedì 24 agosto 2010 16.30 - Audi Palace
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