CORTINA RACCONTA -
ELISIR DI GIOVINEZZA
ELISIR DI GIOVINEZZA
Evento del:
12/08/2010 21:30
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Audi Palace
Data articolo:
12/08/2010
Contenuto pagina
Specchio specchio delle mie brame, quante sono le rifatte nel reame, a spasso pei vicoli, sfilano guance plastificate e sorrisi botulinici: se solo ci si lasciasse andare all’intelligenza estetica… Ci si chiede se il “ritocco” sia un capriccio da magnate annoiato o un modo per volersi più bene?
Francesca Martini, sottosegretario alla Salute, è una leghista tutta d’un pezzo. Fedele al Senatùr e pasionaria di tante battaglie animaliste e salutiste. Gioca in casa, nel suo Veneto, porta fiera la sua bellezza algida e convince col suo linguaggio pop. Nel dicembre dello scorso anno, si è fatta approvare un disegno di legge (a firma sua e della ministra Meloni, altra giovane accattivante e fresca) che prevede il divieto di impiantare protesi mammarie a minorenni. Ai giornalisti curiosi ha parlato chiaro: «ci battiamo contro il dilagare di una inconsapevolezza che rasenta l`incoscienza. Ci sono gravi rischi e la chirurgia estetica non può diventare una moda».
C’è un dottore in sala? Sì, Pietro Lorenzetti, direttore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica al Villa Borghese Institute, convinto che est modus in rebus. La misura è tutto, inutile negarlo. Talvolta l’intervento chirurgico si rende necessario per ragioni estranee alla volontà del paziente, altre invece è il desiderio di migliorarsi che spinge donne e uomini (guai a fare differenze) a sottoporsi ai bisturi. In questi casi occorre distinguere: non c’è solo il capriccio. Talvolta il silicone è un’iniezione di fiducia nell’ego del brutto anatroccolo. Lo induce ad entrare nello stagno dei cigni, iniettandogli sicurezza e motivazione.
E per i dubbi ci si può rivolgere nientepopodimenoché a Philippe Daverio, storico dell'arte, il quale si complimenta con la vice ministra. “Caso tipico di bella donna, non trafficata, come mamma l’ha fatta”. Epperò non intende azzannare i sogni delle restaurate: perché mai imporre loro di essere “aristocratiche di rango” e portare in giro “la bruttezza come segno del loro casato”. Un ricco con sei castelli e sette conti in Svizzera non ha problemi coi propri difetti, nel Medioevo i busti più venduti rappresentavano nasi ricurvi e teste pelate. Quindi ciascuno sia libero di reinventarsi: se mancano testa, soldi (o fascino), si punti sul botulino!
La bellezza ha mille volti, persino il nostro. Non stupitevi.
Evento correlato: Elisir di GiovinezzaL’immagine della donna tra arte e chirurgia estetica. Ma il “ritocco” è una falsa esigenza originata dalla società dei consumi e dell’apparenza, o è un modo per volersi più bene? giovedì 12 agosto 2010 21.30 - Audi Palace
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