CORTINA RACCONTA -
IL FUTURO PASSA DALL’UNIVERSITÀ
IL FUTURO PASSA DALL’UNIVERSITÀ
Evento del:
20/08/2010 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
20/08/2010
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Codice etico per gli atenei, trasparenza nello svolgimento dei concorsi, maggiore mobilità nei vertici delle università, limite alle cariche cumulabili per i rettori, correttezza nelle prove di selezione. Il ministro Mariastella Gelmini prende la parola e spariglia le carte. «Abbiamo necessità di elementi che portino ossigeno, non è più tempo per un sistema di trasferimento ereditario delle cattedre». Non si risparmia e fa autocritica: c’è stato un errore organizzativo dettato dal campanilismo, troppe sedi secondarie e poli dislocati hanno creato uno squilibrio nella gestione delle risorse. Tocca razionalizzare, e s’ode stridente lo sciabolare delle forbici.
La lobby dei professori è tra le più potenti ed immanicate, stando all’invettiva di Maria Latella, direttora di A e giornalista di Sky, la quale auspica una maggiore presenza di senso etico e innovazione. Aggiunge un terzo elemento su cui raccoglie l’applauso: «ci vogliono soprattutto le palle». Inevitabile un riferimento pepato della ministra sulla crisi di governo: «il premier non è che trascorra agosto appresso alle beghe di partito, telefona quotidianamente a noi ministri per sondare il nostro operato. Per lui il tirare a campare non esiste - questo il suo motto - se si riesce a governare bene, altrimenti torniamo agli elettori e chiediamo il loro parere».
Governi tecnici o di transizione? Roba da Prima Repubblica. La domanda su Casini, tautologicamente, provoca i disordini della platea: «se recuperarlo vuol dire intorbidire ancor più il quadro politico, meglio che resti dov’è». Preferisce che si discuta di università e futuro il pubblico di Cortina InConTra e quasi zittisce l’intervistatrice ardita o forse troppo appassionata di politica e solleticata dalla coincidenza col vertice del Popolo della Libertà in corso a Roma. Si ritorna al futuro, dunque, specie a quello dei giovani. Quelli impegnati all’estero nei mille progetti Erasmus, quelli che difendono il talento tricolore. Il capitale umano su cui investire.
Francesco Giavazzi, da economista liberale della scuola bocconiana ed editorialista del Corriere della Sera (oltre che fervido animatore del cliccatissimo sito “lavoce.info”) si chiede retoricamente perché in Italia lo Stato debba regalare il servizio accademico a famiglie piuttosto ricche sottraendo di fatto risorse da devolvere a borse di studio per i meno abbienti. Rincara la dose, non bastano infatti gli incentivi a pioggia e le regalie alle fabbriche dei baroni: i ragazzi devono essere incoraggiati ad allontanarsi da casa. Degli imprenditori dice: «molti sono illuminati davvero, altri preferiscono investire nelle squadre di calcio».
Giavazzi festeggia il fatto che i bidelli nella sua università si siano visti affibbiare un delicato compito in più da pochi anni a questa parte: dopo soli cinque minuti dall’inizio delle lezioni, si affacciano in aula a controllare che il docente sia presente. Propone l’abolizione delle lauree honoris causa e suggerisce di sostituirle con dei contributi fatti da imprenditori e politici e segnalati da targhette commemorative, così come avviene sovente nei paesi anglosassoni. La ministra, dati alla mano, smentisce l’accusa di aver mondato i fondi con profondi tagli alla spesa scolastica e quasi convincendo chi, prendendo la parola dalla platea, aveva insinuato questo dubbio. Ma la Latella ha un debole per la politica e la Gelmini glissa.
Il dibattito scorre a ritmi serrati, e gli uomini della scorta non tollerano sbavature. Ed anche la ministra ha fretta, una bimba attende la sua mamma.
Evento correlato: IL FUTURO PASSA DALL’UNIVERSITÀSenza un sistema dell’istruzione aperto al mercato e alla meritocrazia il Paese rischia la serie B. Sarà la riforma già approvata dal Senato capace di chiudere la “fabbrica dei baroni” e aprire finalmente atenei al passo con la globalizzazione? venerdì 20 agosto 2010 18.00 - Audi Palace
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