CORTINA RACCONTA -
ITALIE
ITALIE
Evento del:
28/07/2010 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
28/07/2010
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Si parte dal Gattopardo, che è una brutta bestia. Si parte con Tomasi di Lampedusa, ed il refrain è l’intramontabile “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!”. Si arriva giù in Italia, zona Mezzogiorno, ove nulla - per l’appunto - cambia. A 150 anni dall’unificazione del Paese, ci si ritrova disorientati eppur festanti (causa ricorrenza): i problemi tuttavia sono innumerevoli e pare manchi il coraggio di porvi rimedio. La storia d’Italia per due volte è sbocciata dalla Sicilia e soprattutto in Trinacria oggi pare sia sfiorita.
Garibaldi, Mazzini, Cavour son morti ed anche i politicanti dell’oggi non si sentono granché bene. I personaggi dalle grandi barbe non sono ripetibili, inutile ricercare i loro connotati nei volti dei cartelloni affissi per le strade. Magistralmente l’intervento di Mieli scivola nella lezione di storia, e c’è da restarne ammaliati: si scorre nei secoli passati, passando tra gli scranni e gli emicicli. Ci si chiede perché mai la politica abbia finito con l’ingolfare il pragmatismo dei cittadini mai fatti.
La Seconda Repubblica è una copia sbiadita dei difetti della Prima, oggi prevale l’odio, si combatte una guerra che punta a lasciare sul campo quanti più feriti possibili. Mieli riconosce che il merito di Berlusconi sia vincere le elezioni, a sinistra (categoria cui si ascrive l’ospite) latitano i leader e forse scarseggiano anche le idee programmatiche. Le parole di Mieli corrono lungo il filo cronologico tricolore e riannodano fatti di ieri a questioni attuali.
“La democrazia è il sistema che ti permette di sbattere fuori chi ha governato male, anche questo è un pregio di questi sistemi elettorali post Tangentopoli, con tutti i difetti (tanti) del caso. Coi grossi partiti di massa il ricambio era impensabile”. Quanto alla querelle Silvio - Gianfranco: la faccenda mi lascia attonito, non si comprendono i veri motivi né la necessità. Bisognerebbe interessarsi alle faccende etiche piuttosto, sostiene il direttore Mieli, che aggiunge “credo che i falchi pidiellini adorino il bailamme conseguente alla rottura. Io preferisco che siano gli Italiani a scegliere”. Votando, per esempio.
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