CORTINA RACCONTA -
POMIGLIANO E NON SOLO
POMIGLIANO E NON SOLO
Evento del:
23/08/2010 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
23/08/2010
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L’attualità non è mai stata così d’attualità, qui a Cortina: proprio oggi tre operai della FIAT di Melfi sono stati reintegrati dal giudice del lavoro, eppure l’azienda si rifiuta di farli lavorare. Promette di pagarli, sì. Ma preferisce restino a casa, i tre - a dire il vero - licenziati forse solo per essersi distinti in tracotanza nel ruolo di delegati sindacali.
Il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni è un moderato ma non rinuncia a dire la sua: «mi appello a Marchionne affinché non cada nella trappola tesa dalla Fiom». La Fiom ha bisogno di alimentare la confusione pare stia riuscendo a spostare l'attenzione dall'investimento, che è il vero nodo, a una conflittualità fine a se stessa. Il giudice ha emesso la sentenza: la sentenza si applica. Né si trattiene: «credo che la Fiat stia sbagliando e dimostra di essere talvolta il rovescio della Fiom, che non è più un sindacato ma un movimento politico. È mortificante entrare in questo pollaio italiano dove si smarrisce sempre la questione più essenziale. Ed è il luogo dove si vedono beccare galli che più che preoccuparsi del bene del Paese pensano ai loro orgogli, al loro narcisismo o alle loro battaglie ideologiche».
Federica Guidi è presidente dei Giovani di Confindustria. Dal palco di Cortina sceglie di non dichiararsi sorpresa dal fatto che un giudice abbia voluto il reintegro di quei tre operai “sabotatori”. Piuttosto si lamenta dei picchetti contro chi vuole entrare a lavorare, i lavoratori - precisa - non sono solo i sindacalisti rivoluzionari: ce ne sono altri caparbi e faticatori. È un modello percorribile quello della compartecipazione dei dipendenti agli utili? La Guidi è assai scettica. Non si può d’altronde gestire con una proposta vecchia di secoli l’incombere di un mondo cambia ogni ora. «Noi abbiamo fatto mille convegni per parlare delle regole ed oggi la gente non investe più perché siamo troppo complicati. Continuo a fare investimenti in tutto il mpndo: sol qui da noi mi guardano con terrore se devono stare fuori casa per due week end di fila».
Il corrispondente del Corriere della Sera Massimo Gaggi racconta la tappa statunitense del Marchionne nazionale. A Detroit gli Italiani hanno ridato orgoglio ai dipendenti del comparto, l’uomo Fiat ha imposto loro di parlare solo inglese. Alberto Tripi, presidente di Almaviva e presidente di Confindustria Servizi, protesta contro i piani governativi che illudono gli imprenditori (epico il caso recente degli incentivi statali ai produttori di bottoni, come se quello fosse un settore strategico…). Luigi Brugnaro, presidente di Umana e presidente di Confindustria Venezia fa il leghista urlando: «sono stufo della Fiat. Non ho mai preso soldi dallo Stato. Mi fa rabbia che si riesca a non parlare di Veneto: siamo la locomotiva del Paese, qualcosina a noi no? Mi annoio a parlare per tutta la vita Marchionne. Discutiamo di piccole e medie imprese».
Finisce in bellezza l’incontro di oggi, col moderatore, il direttore del Mattino, Virman Cusenza accusato di essere troppo meridionale. Pensare che stava per dare ragione al relatore che di lì a poco lo avrebbe additato.
Evento correlato: Pomigliano e non soloPer agganciare la ripresa, aumentare l’occupazione e ridurre la precarietà c’è bisogno di nuovi contratti, agganciati alla produttività e al merito. Ma come ha fatto la Fiat o diversamente? Sapendo che l’industria è il 30% del pil, i servizi il 70% lunedì 23 agosto 2010 18.00 - Audi Palace
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