CORTINA RACCONTA -
RIPRENDIAMOCI LA RIPRESA
RIPRENDIAMOCI LA RIPRESA
Evento del:
30/07/2010 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
30/07/2010
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Il parterre di questa sera vale un milione di dollari. E vi spieghiamo perché. C’è mezza economia che conta, seduta attorno allo stesso tavolo, a discutere del futuro dei nostri soldi. Giorgio La Malfa, parlamentare repubblicano, scarica gli ex alleari in mondovisione, sconfessa l’illusione liberale del «meno tasse per tutti» e si chiede perché mai le politiche nostrane pecchino di un eccesso di timidezza. Si fa metereologo e predice che la tempesta politica in atto presto scemerà in pioggerella estiva. Toppa, a leggicchiare le agenzie impazzite in questi minuti.
Alessandro Profumo, ad di Unicredit group, ha voce pacata (quasi flebile) ed idee chiare: «l’esercito di piccole e medie imprese ha un alto tasso di mortalità, i suoi ranghi subiscono una strepitosa decimazione eppure la crisi non ha annientato tale agguerrita compagine, grazie alle garanzie fornite dalle istituzioni internazionali». Il mea culpa di Profumo, a suo dire “ipercriticato anche quando ho ammesso gli errori” non va oltre il “così fan tutti” e si gloria dei successi personali in tempi di sfacelo. Invoca regole certe e patti chiari. Aggiunge che le banche commerciali tricolori (piuttosto poverelle a suo dire) son state il salvagente degli imprenditori, i conti in rosso sarebbero il male minore.
Fabio Cerchiai, presidente Ania e Atalantia, ragiona come una macchina ed infatti permette all’intero parco auto nazionale di muoversi su strada. L’economia italiana, vittima di turbolenze importanti, pare stia reggendo. Sentite qua: “I flussi autostradali possono essere un utile indicatore e quest’indicatore dice che la crisi nera è passata ma la ripresa è ancora fragile”. Ci fosse papà Cisnetto a condurre direbbe che “ha da passà a’ nuttata”. C’è Sergio Luciano, invece, che si chiede perché mai le finanziarie di casa nostra siano ancora piuttosto ballerine.
Roberto Loiola, vicepresidente Western Europe Huawei (ribattezzata “la fabbrica di tutto”, dal telefonino cellulare all’impianto satellitare) elenca gli ingredienti della fortunatissima ricetta cinese. I furbi strateghi dagli occhi a mandorla pare abbiano da tempo rinunciato al mercato della pedissequa imitazione. Sudano e si applicano, con millemila operosissime mani oliano gli ingranaggi di un mostro vincente. Morale della favola gialla: abbiamo tutto da imparare dall’Estremo Oriente, ma non ditelo in giro, soprattutto qui, nella patria del made in Italy.
Evento correlato: RIPRENDIAMOCI LA RIPRESALa recessione è finita ma l’Italia e l’Europa faticano a tenere il passo del resto del mondo. Come ingranare la marcia venerdì 30 luglio 2010 18.00 - Audi Palace
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